Il recettore solubile del mannosio sarebbe correlato alle caratteristiche cliniche del paziente e potrebbe rappresentare un biomarker della malattia di Gaucher. A mostrarlo, sull’European Journal of Haematology, sono Brendan Beaton e Derralynn Hughes, del Royal Free NHS Trust di Londra, nel Regno Unito, secondo i quali i livelli di questo marcatore si ridurrebbero dopo la terapia.
Il recettore solubile del mannosio è elevato nei disturbi infiammatori. Partendo da questo, i due ricercatori hanno misurato i valori del recettore, correlando il dato al volume di milza e fegato, alla conta dell’emoglobina e delle piastrine, al coinvolgimento del midollo osseo e ai livelli di immunoglobuline. Il significato dei livelli di recettore solubile, poi, è stato confrontato con altri biomarckers della malattia di Gaucher.
Dai risultati è stato osservato che i livelli medi del recettore solubile del mannosio nei pazienti con malattia di Gaucher non trattati erano di 303 ng/mL, rispetto a 190,9 ng/mL nel post trattamento (p =0,02) e a 202 ng/mL, nei controlli sani. I livelli del recettore solubile, inoltre, erano direttamente collegati al volume medio della milza, al volume medio del fegato, al coinvolgimento del midollo, e ai livelli di immunoglobuline, mentre era inversamente associati alla conta piastrinica media e all’emoglobina. Infine, il recettore del mannosio solubile era correlato ad altri noti biomarkers: osteoattivina, chitotriosidasi, PARC, ferritina e CCL3.
Eur J Haematol (2024) – doi: 10.1111/ejh.14171


